Commercio e turismo, nel 2014 non c’e’ ripresa: nei primi sei mesi ogni giorno hanno chiuso 302 imprese e aperto 109

Commercio e turismo, nel 2014 non c’e’ ripresa: nei primi sei mesi ogni giorno hanno chiuso 302 imprese e aperto 109

Milano conferma il trend negativo nazionale, anche se in misura ridotta, tra aperture e chiusure per abbigliamento/calzature e ristorazione/bar.
Reggono bene il commercio ambulante e quello via internet. 

Il dato Istat molto negativo sulle vendite al dettaglio di maggio, che segue a quello non meno preoccupante sulla flessione degli ordini della produzione di qualche giorno fa, segnala con evidenza che la stagnazione dell’economia prosegue. Di questo passo l’eventualità di una crescita zero rischia di rafforzarsi pericolosamente. Attendiamo ora di vedere se lo scenario cambierà con l’ingresso in campo da giugno e luglio del bonus fiscale e dei saldi ma gli elementi di incertezza tuttora presenti fanno temere che le previsioni di consumi praticamente al palo anche nel 2014 potrebbero rivelarsi esatte. C’è bisogno di una svolta fiscale forte, tempestiva e vasta, sostenuta da interventi coraggiosi sulla spesa pubblica. Il prezzo più salato di questa situazione lo pagano  soprattutto i piccoli negozi.

Nei primi sei mesi del 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, il saldo tra aperture e chiusure d’impresa nei settori del Commercio al dettaglio e del Turismo è stato negativo per 20.244 unità: un bilancio peggiore per 6.431 attività in meno rispetto a quello registrato nell’’anno nero del commercio del 2013 (-13.813).

A pesare è stato soprattutto il calo delle nuove iscrizioni: nel periodo hanno aperto 34.341 nuove imprese, 9.532 in meno rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. In media, nel primo semestre del 2014 ci sono state 302 chiusure al giorno, a fronte di 109 aperture.

Milano conferma il trend negativo nazionale, anche se in forma ridotta.  Il Commercio al dettaglio in sede fissa del tessile, abbigliamento e calzature ha registrato nei primi sei mesi dell’anno una perdita di 50 imprese, saldo tra 97 chiusure e 47 aperture d’impresa.

Bilancio leggermente migliore, anche se sempre con il segno meno, per turismo e pubblici esercizi. Saldi negativi tra aperture e chiusure di attività in tutte le tipologie che compongono il comparto: nell’alloggio (-2), nella ristorazione (-4), il dato peggiore lo si ha nel servizio bar (-75).

Anche nel capoluogo lombardo gli unici segni + sono per il commercio ambulante, dove nei primi sei mesi dell’anno hanno cessato solo 76 imprese a fronte di 274 nuove aperture, con un saldo positivo di 198 e per il commercio via internet che ha un saldo leggerissimo di + 5. 

Il Presidente di Confesercenti Milano Andrea Painini ha così commentato l’analisi: “Dopo la pessima annata del 2013 si sperava in un miglioramento, invece, anche i primi dati del 2014 non sono incoraggianti! Il trend delle chiusure continua a causa dell’eccessiva pressione fiscale e della stretta creditizia, ottenere un prestito per avviare o rifinanziare un’impresa è sempre più difficile e le procedure sono lunghe e scoraggianti. Un pericoloso effetto collaterale di questa crisi è quello della desertificazione: il susseguirsi di serrande abbassate non è sicuramente un buon “biglietto da visita” per la città e crea disagi ai potenziali clienti.” 

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